Quando io morirò

Quando io morirò non voglio che nessuno pianga
niente lacrime d’amore o di circostanza,
quando io morirò non voglio fiori né corone
bruciate la mia carcassa e poi buttatela in un fiume.

Quando io morirò voglio pochi amici intorno
a cantare e a suonare tutto il giorno
fate un grande festa amici fate un gran casino
e inghiottite al posto mio tutto il cibo e tutto il vino.

Quando io morirò amici miei vi chiedo
non mi date in pasto ai preti ve ne prego
non voglio il suono stanco delle prediche ispirate
non voglio l’olio santo e le ostie consacrate.

Quello che io voglio è una piccola candela
un lumino acceso all’ombra della sera
mettetelo a un incrocio dove soffia forte il vento
e scordatevi di me appena sarà spento.

Quando io morirò bruciate ogni fotografia
liberatevi dalla tristezza e dalla nostalgia
quando io morirò avrò finito di soffrire
e avrò trovato un posto caldo dove andarmene a dormire.

Quando io morirò qualcuno forse mi ricorderà
ma come sono io davvero nessuno lo sa
quando io morirò sarò semplicemente nudo
come un albero d’inverno, come un angelo abbattuto.

Quando io morirò evitate di parlare
è inutile sprecare il fiato per chi non può ascoltare
quando siamo sottoterra diventiamo tutti buoni
soprattutto perché non siamo più qui a rompere i ciglioni

Quello che io vorrei è morire semplicemente
come un elefante un cane o un serpente
restituire alla natura il mio corpo e la mia mente
e fare in modo che di me non ne rimanga niente.

Quando io morirò
Versione in studio tratta da Ballate di fine inverno (2006)

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