Roma Underground (1982)

Le nuvole del nord e il freddo del Tirreno
cominciavo quasi quasi a stare male
e così senza biglietto son salito sopra un treno
e son venuto giù alla capitale.
Mi sono ritrovato tutto solo per la strada
non sapevo quale santo ringraziare
per avere quel muso duro da anima dannata
e senza una ragazza da sbaciucchiare.
Le bettole a Trastevere sono piene di coatti
mi sembra di stare in una gabbia di matti
divorano panini grossi come materassi
io mangio solo la polvere dei miei passi.
Che bella Roma che bella Roma
con i turisti tutti quanti in coma
dove si balla dove si suona
che bella Roma che bella Roma.

Ci sono troppe macchine e troppi deputati
ci sono troppi preti e troppi matti
ci sono troppi cani ci sono troppi topi
ci sono troppe volpi e troppi gatti.
E forse potrò evitare il cancro e l’eroina
però mi serviranno i nervi saldi
si sente ancora battere il cuore di Giorgiana
sul ponte di Giuseppe Garibaldi.
Si ma Roma è bella di notte la Roma underground
la città che non la vedi sotto al sole
ed è una bambolina è come un vecchio clown
è una cosa che ti lascia senza parole.
Che bella Roma che bella Roma
con le turiste tutte in perizoma
dove si canta dove si stona
che bella Roma che bella Roma.

Nadia la dolce Nadia la potrai trovare
nel buio della discoteca punk
ha lo sguardo basso mi scruta mentre passo
faccio finta di non vederla e lei lo sa.
Conosci gente nuova e la gente qui non manca
ma non è quella della tua gioventù
ti chiedono cos’hai, perché non parli mai,allegro dai e tirati su!
E io suono la chitarra in via della desolazione
e mangio tramezzini dentro ai bar
dovrei tornare a casa da tremila settimane
ma non riesco a muovermi di qua.
Che bella Roma che bella Roma
Con i ministri incollati alla poltrona
dove si parla dove si fuma,
che bella Roma che bella Roma.

Roma Underground (1982)
Ballate di fine inverno, 2006

Note su "Roma Underground (1982)"

Scrive Franco nella sua “Autobiografia x sito

E’ la prima canzone ke ho fatto al momento del mio trasferimento a Roma nell’81 (descrive la vita notturna nella Capitale degli anni ’80), e l’ho scritta insieme all’amico cantautore Edoardo Terzo (il ritornello – il vero pezzo forte del brano – è suo). Ma nella versione d “Ballate d fine inverno” questo pezzo acquista una visceralità ke io, da solo, nn sarei mai stato capace d infondergli. Tutte le mie frasi smozzicate, le mezze bestemmie e gli improperi, i commenti autolesivi et similia, mi sono stati letteralmente rubati mentre li dicevo, registrati e poi riconnessi nel corpo della canzone secondo una semiologia sublime dal genio apollineo del grande Berny.

Contenuti correlati a "Roma Underground (1982)"

Canzoni

Commenti

Qui è possibile commentare questo contenuto. Puoi scrivere un ricordo, segnalare un errore, dare uno spunto o farti un chiacchierata con qualche altro utente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *